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PUMS, PUT e PEBA: la tua città sulla strada verso sostenibilità e accessibilità


Alla luce delle diverse problematiche ambientali emerse sempre più negli ultimi anni, spesso ci si chiede cosa si possa fare per diventare parte attiva di un processo di transizione ecologica volto a definire linee guida per uno stile di vita più sostenibile.

Per una comunità la strada per la transizione ecologica passa soprattutto per l’adozione di un percorso finalizzato ad ottenere un futuro più sostenibile, attraverso un presente in cui individui e istituzioni cooperano per il raggiungimento di diversi obiettivi. In particolare, per dar vita ad una consapevolezza basata sugli obiettivi della transizione ecologia, i primi passi da compiere sono quelli verso la progettazione e adozione di nuove forme di mobilità.

Con lo scopo primario di tradurre i principi di sostenibilità, inclusione, autonomia ed accessibilità in interventi concreti sul territorio, il PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile), il PUT (Piano Urbano del Traffico) e il PEBA (Piano di eliminazione delle barriere architettoniche) si presentano come gli strumenti necessari da adoperare per rispondere al meglio alle tematiche ambientali ed, allo stesso tempo, ai bisogni dei propri cittadini.



Il Piano Urbano di Mobilità Sostenibile (PUMS), obbligatorio per tutti i Comuni con più di 100.000 abitanti, è lo strumento che punta all’adozione di decisioni basate su dati oggettivi, con una visione lungimirante della mobilità sostenibile e accessibile di una città. A differenza degli approcci di pianificazione tradizionali, quella del PUMS pone l’accento soprattutto sul coinvolgimento dei cittadini e dei portatori di interesse, sul coordinamento delle politiche tra i diversi settori (in particolare quello dei trasporti, dell’urbanistica, dell’ambiente, dello sviluppo economico, delle politiche sociali, della sanità, della sicurezza e dell’energia) e sull’ampia cooperazione tra i vari livelli di governo e con gli attori privati.

Nella fase di progettazione è necessario prevedere interventi in tutti i settori, dalla gestione ottimale degli spazi stradali esistenti, al miglioramento della sicurezza stradale e delle condizioni di circolazione, fin al risparmio energetico e alla riduzione sia dell’inquinamento atmosferico che dell’inquinamento acustico.


Lo strumento settoriale in grado di rispondere a tali bisogni è il Piano Urbano del Traffico (PUT), obbligatorio per tutti i Comuni con più di 30.000 abitanti. Sviluppandosi su tre differenti livelli di progettazione: il PGTU (relativo alla viabilità principale e locale), il PPTU (riguardante gli ambiti più complessi) ed il PETU  (il piano esecutivo), il Piano Urbano del Traffico rappresenta lo strumento tecnico-amministrativo di breve periodo, attuativo di un disegno strategico di lungo periodo che mira al benessere e all’efficienza all’interno di una comunità sostenibile.


Per rendere completa ed inclusiva l’intera iniziativa progettuale lo strumento da affiancare a quelli sopra presentati è il Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA), obbligatorio per tutti i comuni. Il PEBA, maggiormente specifico, orienta la pianificazione territoriale a garantire autonomia e accessibilità a tutti i cittadini relativamente ad ogni singolo spazio ed edificio pubblico sito nel territorio comunale, tramite  l’eliminazione di tutti quegli ostacoli nell’ambiente di una persona, che mediante la loro presenza o assenza, ne limitano una sicura autonomia.

Dopo aver sottolineato i bisogni e le necessità dei cittadini ed aver esplicitato  il legame tra le varie attività di progettazione e realizzazione degli strumenti adottabili, appare evidente come ogni città e ogni comune, a prescindere dalle sue dimensioni, ha la possibilità e dei validi motivi per sviluppare un piano volto ad ottenere una mobilità urbana sostenibile, sicura ed accessibile, migliorando la qualità di vita dei suoi attuali e futuri cittadini.



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