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“PA alla pari”: Servizi di Consulenza per la parità di genere nella Pubblica Amministrazione





Il primo dei due servizi Leganet nella sezione “PA alla Pari”


Le linee guida sottoscritte congiuntamente dalla Ministra per le Pari Opportunità e dal Ministro della Funzione pubblica nel 2022, elaborate in coerenza con l’articolo 5 del decreto-legge 36/2022 “PNRR 2” individuano gli obiettivi prioritari che tutte le amministrazioni devono perseguire per garantire la parità di genere effettiva, anche nel lavoro pubblico.

Le Linee guida sono un documento destinato ai ruoli apicali, ai dipartimenti e agli uffici responsabili della gestione delle risorse umane delle PA, con la finalità di individuare obiettivi e azioni comuni per scardinare gli stereotipi e migliorare la parità di genere nella Pubblica Amministrazione, in coerenza con quanto previsto a livello globale dall’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile – obiettivo 5 Parità di genere – a livello europeo dalla Strategia per la parità di genere 2020-2025 e a livello nazionale dalla Strategia Nazionale per la parità di genere.

Le misure individuate dalle Linee guida muovono dalla rilevazione e misurazione dello squilibrio di genere nelle organizzazioni, dalla definizione di indicatori per dare evidenza alle aree critiche da affrontare e intervengono anche sul piano della cultura organizzativa offrendo indicazioni pratiche alle amministrazioni, quali ad esempio: la necessità di svolgere riunioni non oltre un certo orario o prevedere modalità di svolgere attività in modalità ibride, con collegamenti a distanza.

Un ruolo rilevante è attribuito anche all’accountability dell’amministrazione, che ha l’obbligo di rendere pubblici i dati che riguardano la propria organizzazione interna offrendo sempre anche la chiave di lettura di “genere”, rispondendo agli obblighi di trasparenza circa le retribuzioni.


Il servizio ha una durata di 6-12 mesi e prevede le seguenti attività:

  • per la parità di genere nel rapporto di lavoro e analisi delle aree critiche da affrontare a partire da quanto previsto dalla check-list (Misurazione del fenomeno)
  • analisi e verifica delle procedure di reclutamento e selezione in uso per garantire una più ampia partecipazione delle donne ai bandi di concorso per l’accesso ai ruoli dirigenziali o alle posizioni di maggior responsabilità, individuando e rimuovendo i biasdi genere nelle procedure di recruitment e selezione; favorire la nomina di commissioni esaminatrici attente ai temi dell’inclusione e alla parità di genere individuando criteri di selezione Procedure di reclutamento e selezione
  • progettare e realizzare interventi formativi, informativi e di sensibilizzazione rivolti alla dirigenza e a tutto il personale volti a introdurre o a accrescere la sensibilità sulla cultura manageriale di genere ediffondere la cultura della leadership al femminile- Cultura manageriale di genere
  • rileggere l’organizzazione del lavoro in ottica di genere, regolamentando ad esempio le forme di flessibilità oraria e il lavoro agile in chiave non discriminatoria,definendo e introducendo adeguati presidi organizzativi e strumenti di governancedella parità di genere, individuando azioni per promuovere lo sviluppo delle carriere e la crescita professionale gender-balancedOrganizzazione del lavoro
  • individuare e redigere strumenti per assicurare l’accountability dell’amministrazione sulle politiche di genere, con la pubblicazione di dati aggiornati sulle grandezze e gli indicatori rilevanti per le politiche di genere, come ad esempio il bilancio di genere-Comunicazione e trasparenza interna
  • supporto all’elaborazione di bandi che prevedano indicatori della parità di genere tra i criteri di valutazioneAssistenza ai RUP

Il prodotto finale del servizio è costituito dal Piano Strategico Triennale per la parità di genereda inserire nel PIAO.

Leganet mette a disposizione dei Comuni e degli enti locali un gruppo di professionisti esperti di sistemi di Diversity Management con particolare attenzione alla parità di genere e di consulenza organizzativa in ottica di genere, per accompagnare le PA nelle attività previste.





Il secondo dei due servizi Leganet nella sezione “PA alla Pari”


Il  Bilancio di genere è un metodo di analisi che “mira a promuovere la parità di genere attraverso la valutazione dell’impatto delle risorse pubbliche sulle donne e degli uomini. Dopo essere stato oggetto di studio e di applicazione da più di 40 anni in tutto il mondo, il bilancio di genere ha raggiunto un punto importante nel proprio percorso evolutivo, grazie all’impegno dell’Unione Europea di sviluppare il proprio e primo Bilancio di genere entro il 2023 (European Parliament, 2021)”.

In Italia, l’introduzione di una prospettiva di genere nel bilancio dello Stato avviene in un contesto in cui sono maturate alcune esperienze a livello locale e nell’ambito delle pratiche di performance management di alcune amministrazioni pubbliche.Le prime sperimentazioni in bilancio di genere nel nostro paese sono state infatti realizzate  dagli enti locali:  i primi progetti in tema di bilancio di genere sono stati realizzati in Emilia-Romagna, nella provincia di Modena nel 2001 e nel 2002 le Province di Modena, Siena e Genova hanno siglato un protocollo d’intesa con l’obiettivo di promuovere e sviluppare il gender budgeting in Italia e costruire una rete per lo scambio di buone prassi in materia.

Il decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 recante “Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni” prevede all’articolo 10 che la Relazione annuale sulla performance evidenzi a consuntivo, i risultati organizzativi e individuali raggiunti rispetto ai singoli obiettivi programmati ed alle risorse, con rilevazione degli eventuali scostamenti, e il bilancio di genere realizzato.L’articolo 38-septies della legge n. 196 del 2009, introdotto dall’articolo 9 del decreto legislativo del 12 maggio 2016, n. 90 relativo al completamento della riforma del bilancio – successivamente modificato dalla legge 4 agosto 2016, n. 163 – dispone, per il bilancio dello Stato, la sperimentazione in sede di rendicontazione di un bilancio di genere.

La Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026, inserisce il bilancio di genere dello Stato in un quadro strategico di obiettivi per la riduzione dei divari di genere. La fase di sperimentazione è superata con il raggiungimento degli obiettivi della riforma relativa alla revisione della spesa, inserita nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che prevede che la legge di bilancio 2024 presenti una classificazione delle voci secondo i criteri alla base degli obiettivi di sviluppo sostenibile e dell’Agenda 2030, relativamente al bilancio di genere e al bilancio ambientale.



Oltre a evidenziare lo sforzo delle politiche di bilancio relativamente alle questioni di genere, questa metodologia favorisce una maggiore considerazione delle caratteristiche della popolazione di riferimento nella programmazione e nella realizzazione di tutti gli interventi e le misure previste. Uomini e donne sono, infatti, influenzati diversamente dalle decisioni di bilancio non solo in relazione a politiche specifiche, ma anche in relazione alle loro diverse situazioni socioeconomiche, ai bisogni individuali e ai comportamenti sociali. Tali considerazioni tengono conto anche dell’ampliamento dei divari di genere legati all’emergenza pandemica da Covid-19 i cui effetti sono proseguiti anche nel 2021.

L’analisi di genere del bilancio è uno strumento che consente di:

  • promuovere la consapevolezza degli amministratori locali sull’impatto di genere delle decisioni di allocazione delle risorse realizzate dalle politiche e dai bilanci pubblici;
  • contribuire a ridurre le disuguaglianze di genere attraverso una distribuzione più equa delle risorse finanziarie;
  • rafforzare la trasparenza nell’utilizzo delle risorse collettive e la partecipazione della società civile nella comprensione delle implicazioni delle scelte di bilancio;
  • far emergere le esigenze della popolazione e del territorio di riferimento (domanda) e verificare la coerenza e l’efficacia della risposta (offerta ) dell’ente in termini di programmi e servizi;
  • verificare se l’impegno dell’ente per l’uguaglianza di genere si traduce in effettivi impegni di bilancio;
  • migliorare i livelli di efficacia, efficienza, equità della spesa pubblica;
  • promuovere lo sviluppo del territorio e delle sue risorse (umane, socio-economiche,ambientali, etc.);
  • sviluppare basi informative disaggregate per genere e indicatori gender sensitive.

I destinatari del bilancio di genere sono:

  • decisori politici che sulla base del documento possono effettuare politiche di allocazione delle risorse più efficienti
  • il personale dell’ente, che viene coinvolto e stimolato a gestire i servizi in ottica di genere
  • la comunità, il bilancio di genere, infatti, rappresenta una forma di rendicontazione sociale.



Il servizio prevede le seguenti attività:

  • analisi del contesto: Questa prima fase permette di ricostruire il quadro generale della comunitàevidenziando eventuali gender gap e in generale il livello di qualità della vitanel territorio
  • analisi della domanda dei servizi da parte della popolazione (potenziale e reale) e analisi dell’offerta dei servizi garantita dall’ente.
  • riclassificazione, secondo criteri che permettono di riaggregare le voci di bilancio in tematiche di rilevanza di genere
  • analisi del bilancio e alla valutazione dell’allocazione delle risorse in ottica di genere

Il prodotto finale del servizio è costituito dal Bilancio di Genere dell’Ente. Il servizio ha una durata che va da 3 a 12 mesi a seconda delle dimensione dei Comuni.

Leganet mette a disposizione dei Comuni e degli enti locali un gruppo di professionisti esperti nella consulenza all’elaborazione del Bilancio di genere e di consulenza organizzativa in ottica di genere, per accompagnare le PA nelle attività previste.