Piani Antenne e 5G, Sindaci in difficoltà: l’assenza di regolamenti locali complica la gestione delle installazioni
L’estensione della rete 5G nei territori italiani sta accelerando, ma molti Comuni si trovano a gestire un processo complesso senza disporre di strumenti adeguati per gestire la proliferazione di antenne. In assenza di una pianificazione tecnica e giuridica, le amministrazioni locali rischiano di non poter orientare le scelte legate all’installazione delle nuove infrastrutture.
Cresce il disagio dei sindaci, in particolare nel Nord Italia, nei confronti di Inwit, principale operatore nazionale per le torri di telecomunicazione. Il cuore del problema: la scelta unilaterale delle aree di installazione e dei canoni da parte della società, in un contesto reso ancora più critico dall’urgenza imposta dal PNRR. Entro il giugno 2026, scrive Il Fatto Quotidiano, vanno installate 900 torri in oltre 1.300 aree bianche, pena la perdita di 345 milioni di euro. Ma solo il 5% delle domande è stato approvato nei tempi previsti e il 45% ha subito opposizioni. “I Comuni sono spesso impreparati. In assenza di un piano antenne, subiscono l’iniziativa dei gestori”, ha dichiarato Alessandro Broccatelli, presidente di Leganet. “Quando invece hanno uno strumento tecnico-giuridico a supporto, è possibile orientare le installazioni in modo equilibrato”.
La risposta della Marca Trevigiana: un Piano condiviso
Un esempio concreto arriva proprio dalla Marca Trevigiana, tra i territori citati nell’inchiesta: qui, 11 Comuni hanno deciso di non farsi trovare impreparati, realizzando – con il supporto dell’Associazione dei Comuni della Marca e di Leganet – un Piano Antenne intercomunale. Questo strumento ha permesso di definire aree idonee e aree da tutelare, fornendo agli enti locali la base normativa per affrontare le richieste degli operatori senza subire pressioni unilaterali. La pianificazione ha coinvolto anche la mappatura dei cespiti comunali e delle infrastrutture esistenti, con l’obiettivo di razionalizzare le installazioni e ridurre l’impatto sul paesaggio.
Il supporto tecnico-giuridico per una transizione equilibrata
Leganet, da anni a fianco dei Comuni italiani su temi legati alla digitalizzazione e alla governance territoriale, ha affiancato più di 100 Enti Locali in questo processo, contribuendo a redigere regolamenti, piani di localizzazione e strumenti di controllo. L’esperienza della Marca Trevigiana dimostra che una transizione digitale efficace è possibile solo quando i territori hanno la possibilità di esercitare una regia autonoma e consapevole, basata su competenze e strumenti adeguati.
Regolamenti tecnici per un dialogo equilibrato
L’adozione del 5G è una priorità nazionale, ma non può prescindere dal rispetto delle prerogative degli enti locali. I casi emersi in Veneto dimostrano che, in assenza di regolamenti tecnici, i Comuni rischiano di trovarsi in una posizione di debolezza nei confronti degli operatori, con conseguenze sul piano urbanistico, ambientale e sociale. Esperienze come quella della Marca Trevigiana confermano che una pianificazione condivisa e supportata da strumenti giuridici ben strutturati permette di salvaguardare l’interesse pubblico senza ostacolare l’innovazione. È essenziale che sempre più amministrazioni si dotino di questi strumenti, non per rallentare la trasformazione digitale, ma per guidarla in modo responsabile e coerente con le esigenze del territorio.
Fonte: Il Fatto Quotidiano
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